La marcia travolgente dell’IA sembra essere inarrestabile. Sembra fagocitare e sostituire ogni umana competenza, minacciando il posto di lavoro di una enorme massa di persone.

È così vero?

Proprio ieri, durante un’attività di formazione presso la sede di un cliente a Milano, un partecipante mi ha confessato di avere resistito fino a poco tempo fa al fascino delle sirene della IA. Non voleva cedere al “sopruso” della delega ad una macchina di una propria abilità come quella di scrivere una mail tramite assistente Google.

Dopo avere utilizzato per un pò di tempo lo strumento, con rammarico, si è reso conto di non essere più così abile nella scrittura com’era prima di adottare questa pur comoda soluzione.

Ho condiviso con lui che tutto ciò che non si allena, con il tempo va perso. Ho rivolto una domanda: saresti capace di tagliare una pietra a mano come facevano gli antichi egizi. Ovviamente mi ha risposto di no, e come lui tutta la popolazione mondiale probabilmente.

Pensi che per questa ragione non saremmo capaci di progettarne e costruirne di nuove? La risposta è stata ovviamente che saremmo stati in grado, e per di più possiamo costruire cose molte più complesse, impossibili da realizzare precedentemente.

Questo significa che con l’evoluzione tecnologica perdiamo alcune abilità e ne acquisiamo altre.
Credo che sia questo l’approccio più produttivo che i professionisti dovrebbero avere a fronte dell’introduzione di una tecnologia rivoluzionaria come quella dell’IA.

La “moneta sonante” del nostro tempo confuso e trasformativo, diventa così la capacità delle persone di esprimere creatività, adattabilità e visione. In particolare questo è vero per chi si confronta tutti i giorni con la propria clientela come gli addetti commerciali.

Quale obiettivo potrebbe e probabilmente dovrebbe porsi un professionista commerciale di oggi proiettato verso l’eccellenza?

Una buona scelta potrebbe essere quella di andare oltre il semplice trasferimento di informazioni per coltivare la capacità di applicare la conoscenza eticamente ed efficace in nuove situazioni.

Ciò significa superare l’IA ridefinendo il successo non in base punteggi alla quantità di informazioni tecniche disponibili, ma in base all'influenza positiva sulla loro clientela.
Nutrire empatia, creatività e processo decisionale etico insieme alle capacità tecniche e tecnoligiche.
Questo è il concetto di professionista commerciale 4.0 che abbiamo in Otomo.

Claudio Casiraghi